Archivio, fotografie
La documentazione fotografica della Macchina Ridotta è scarsa:
- la foto [F01] è abbastanza nota (appare, per esempio, anche in [RR05] e [RR06]);
- le foto [F03], [F05], [F07] e [F08] sono meno note, ma furono pubblicate all'epoca (per esempio in [AD12] e [RS08]);
- le foto [F02], [F04] e [F06] ci risultano inedite.
Le foto [F01], [F07] e [F08] sono scansioni da una pubblicazione divulgativa del CSCE [AD12] (o, in inglese [NI47]).
Le foto da [F01b] a [F06] sono scansioni dalle foto originali conservate da Elio Fabri. Recentemente sono state trovate copie di queste anche presso l'Archivio Generale dell'Università di Pisa.
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[F01]. La Macchina Ridotta nella sua collocazione all'Istituto di Fisica.
Si riconoscono tre componenti principali: da sinistra l'unità aritmetica, il controllo microprogrammato e la memoria. In fondo, sotto la finestra, la scrivania con il quadro di controllo manuale e i dispositivi di ingresso uscita. Sulla destra, il tavolinetto con la seconda telescrivente "a zona" e munita di perforatore di nastri.
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[F01] bis. Una versione più nitida probabilmente dallo stesso negativo, ma stampato con una diversa inquadratura.
Appeso alla parete di fondo, alle spalle di chi sedeva al quadro di controllo manuale, si riconosce un disegno dello schema generale della MR. La foto è sufficientemente nitida per stabilire che il disegno è una versione diversa dello schema MR/S/1 del giugno 1956, molto probabilmente MR/S/2 citato in [NI36].
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[F02]. Il quadro di controllo manuale.
Dall'alto: l'indicatore del numeratore, l'indicatore della memoria, la tastiera della memoria, la tastiera delle istruzioni. A sinistra le tre spie di funzionamento; in basso i commutatori dei modi di funzionamento e, a destra, il pulsante di avviamento. Sulla parte destra del quadro si notano anche i connettori per la configurazione delle periferiche.
Alla sinistra del quadro ci sono due lettori di nastro, uno caricato con un nastrino ciclico. A destra c'e' una delle due telescriventi.
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[F03]. L'unità aritmetica.
La foto evidenzia la modularità della progettazione e della costruzione della MR. In basso si può notare una soluzione molto artigianale per il raffreddamento dell'unità: un comune ventilatore posto orizzontalmente.
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[F04]. Il complesso della memoria.
Anche in questo caso, in basso, si nota un ventilatore, sdraiato e appoggiato a una scatola di cartone.
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[F05]. Particolare della memoria a nuclei di ferrite.
La foto mostra il lato interno del complesso della memoria, opposto a quello mostrato in [F04]. Sono evidenti i 18 piani di 32x32 nuclei di ferrite che componenvano la memoria della MR.
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[F06]. Il controllo microprogrammato.
In questa foto, rispetto a [F01], sono stati rimossi i pannelli di plexiglas di protezione, mostrando i dettagli della matrice di diodi che permetteva di definire i segnali di controllo corrispondenti a ognuna delle 32 istruzioni del linguaggio macchina della MR.
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[F07]. Il telaio standard di primo tipo.
La MR utilizzava telai standard di un unico tipo in cui potevano essere ospitati, internamente, i circuiti a diodi per la realizzazione delle porte logiche and e or, e, frontalmente le valvole termoioniche per la stabilizzazione dei segnali di rappresentazione dei bit e per la realizzazione del not logico.
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[F08]. Il telaio standard di secondo tipo.
La CEP "definitiva" usava, oltre ai telai standard del tipo impiegato dalla MR, anche altri tipidi telai. Quello mostrato nella foto era utilizzato, fra l'altro, per ogni stadio dell'addizionatore. È un altro esempio che dimostra come la CEP fosse una macchina radicalmente diversa dalla MR che, per ogni stadio del suo addizionatore, usava due telai del primo tipo.
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