Ricostruzioni di macchine del passato
Un calcolatore non può essere esibito come una scatola immobile. Bisogna poterlo veder girare.
È l'unico modo per apprezzare la parte software di un calcolatore. Altrimenti si osservano solo reperti senz'anima.
Mantenere in condizioni d'uso un calcolatore d'epoca è costoso; è anche rischioso per l'integrità del reperto.
Costruire repliche fedeli è una strada più sicura, ma ugualmente impegnativa per la rarità dei componenti d'epoca.
Realizzare simulatori software è una terza via, che coniuga l'informatica storica con l'uso dell'informatica moderna.
I costi sono ancora alti, ma i simulatori possono essere facilmente distribuiti e quindi sono fruibili da un pubblico molto più ampio.
HMR è attivo su tutti e tre i fronti: cura la collezione del Museo degli Strumenti per il Calcolo, realizza
repliche hardware
e sviluppa simulatori software. Tuttavia, per il risultato ottenuto con la Macchina Ridotta e per i trascorsi in ingegneria del software
e in modellazione e simulazione di sistemi, la terza via è quella a cui siamo più affezionati :)
Qualunque sia la strada percorsa, riportare in vita una calcolatrice o un calcolatore d'epoca è una sfida che spesso richiede
di applicare all'informatica i metodi dell'archeologia sperimentale.
Alcune delle ricostruzioni sono state realizzate anche grazie ai contributi di Fondazione Galileo Galilei, di Fondazione Pisa,
di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, di Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico e grazie
alla collaborazione della Sezione INFN di Pisa e del Museo del Computer di Novara.
Il primo calcolatore elettronico costruito in Italia rivive in un simulatore che ne riproduce fedelmente ogni comportamento. A dispetto del fatto che questa fu la Macchina Ridotta realizzata, la documentazione che ci è giunta è purtroppo assai lacunosa. L'attuale versione del simulatore della Mr57 è usata nelle attività didattiche al Museo degli Strumenti per il Calcolo. Nella documentazione del progetto CEP, in una relazione interna del CSCE sull'avanzamento lavori datata luglio 56, sono descritti HMR ha ritrovato gli schemi logici ed elettronici e i disegni dello chassis standard e nel 2011 ha realizzato una replica dell'addizionatore, La replica dell'addizionatore del '56 è usata nelle attività didattiche al Museo degli Strumenti per il Calcolo. Nell'addizionatore a 6 bit del '56, la somma di ogni bit veniva realizzata da due circuiti, uno per la somma e uno per il riporto. L'addizionatore componibile è usato nelle attività didattiche al Museo degli Strumenti per il Calcolo.
Il primo progetto della Macchina Ridotta risale al luglio del 1956; corredato di una ricca collezione di schemi e disegni è l'unico che, dopo un lungo lavoro di recupero, studio e riordino, abbiamo in forma praticamente completa. Per la disponibilità di informazioni la MR56 è stata la prima ricostruzione su cui HMR si è cimentato. A parte la sfida da hacker, la ricostruzione è stata utile per rispondere alla domanda: il progetto redatto nel '56, se realizzato, avrebbe funzionato? Il simulatore della MR56 è usato nelle attività didattiche al Museo degli Strumenti per il Calcolo.Simulatore della Macchina Ridotta del '57
La Macchina Ridotta fu completata nel luglio del 1957 e per buona parte del 1958 fu utilizzata per servizi di calcolo.
Rispetto al primo progetto del 1956, la MR57 introduceva molte modifiche, una più ricca dotazione di periferiche di ingresso/uscita
e la riprogettazione del quadro di controllo, oltre che diverse differenze nell'architettura interna della macchina.
Fra le varie realizzazioni di HMR, il simulatore della MR57 è quella in cui maggiormente si sono rilevati fruttosi il metodo sperimentale
e il ricorso alla simulazione per provare e verificare le ipotesi di ricostruzione. Il lavoro di ricerca non è concluso e, a oggi,
la definizione delle specifiche delle periferiche della macchina è una delle appassionanti sfide in cui è coinvolto HMR.Replica dell'addizionatore a 6 bit del '56
i primi importanti risultati ottenuti, in gran parte esperimenti e realizzazioni di componenti mirati a dimostrare la fattibilità dell'impresa.
Fra questi, il più rilevante era un addizionatore a 6 bit "provato con risultati pienamente soddisfacenti". L'addizionatore fu anche
il banco di prova per "i criteri generali di montaggio e la progettazione meccanica dettagliata di uno chassis
standard".
che possiamo considerere il primo pezzo del primo calcolatore italiano. Nel 2013, cercando nei vecchi locali dell'Ateneo, è stato
ritrovato un lotto di E88CC originali, i doppi triodi sui quali era basata l'elettronica di tutta la Macchina Ridotta (e della CEP poi);
ne sono stati selezionati 36 funzionanti e la replica dell'addizionatore oggi funziona con valvole d'epoca.Versione componibile dell'addizionatore della MR
Nella replica dell'addizionatore questa architettura è direttamente apprezzabile nelle due file di cestelli che ospitano i circuiti.
A livello logico, quest'impostazione è stata riprodotta in una serie di moduli realizzati con componenti moderni, di facile reperibilità
e operanti con tensioni sicure. Il risultato è un addizionatore componibile dedicato alla sperimentazione a scopo didattico.Simulatore della Macchina Ridotta del '56